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Il 12 febbraio 1809, a poche ore di distanza, sulle sponde opposte dell'Atlantico nacquero Abraham Lincoln e Charles Darwin. Dopo la loro morte il primo assassinato da un terrorista nel 1865, il secondo nel 1882 dopo una lunga malattia - il mondo non sarebbe più stato quello di prima. Abraham Lincoln venne alla luce in una baita di legno fra i boschi del Kentucky, da una famiglia povera. Si risollevò grazie a un buon matrimonio e diventò un uomo di legge cavilloso ma brillante. Viene ricordato come l'uomo giusto che sancì la fine della schiavitù in America, ma fu anche un comandante senza cuore, che consapevolmente mandò a morire migliaia di giovani. Charles Darwin, invece, fece il suo ingresso nel mondo in un'accogliente dimora nelle campagne dello Shropshire. Avrebbe potuto vivere di rendita, invece decise di trasformare in un mestiere la sua grande passione, quella di "osservare le cose". Diventò famoso già nel 1838, grazie ai ritrovamenti collezionati durante il viaggio intorno al mondo a bordo del Beagle, ma attese più di vent'anni prima di dare alle stampe "L'origine delle specie". Nel tentativo di rispondere all'eterno dilemma su quale posto spetti all'essere umano fra le scimmie, gli angeli e la storia, Adam Gopnik ricostruisce le vite paradossali e il destino incrociato dei "padri della moralità moderna", giunti entrambi, partendo da due diversi ambiti del sapere, alla stessa conclusione: in ognuno di noi "c'è senz'altro qualcosa di più del respiro del corpo".